I PREMIATI DELL’EDIZIONE 2007
PAOLO FRESU. La banda di Berchidda e i più ambiti premi internazionali, la campagna sarda e i concerti con i più prestigiosi interpreti del jazz mondiale, la ribalta internazionale e l’amore immutato per le piccole cose: esiste davvero poca gente – è stato scritto – capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in una carriera musicale caratterizzata da una così personale cifra stilistica. Lui c’è riuscito. C’è riuscito in un paese come l’Italia dove il jazz non è la cosa più amata e apprezzata dalla gente comune. C’è riuscito – ci piace pensare – perché non ha mai perso il legame con la magia della terra d’origine, anzi da essa traendo significati e ispirazione. Dentro la sua tromba non c’è solo musica. C’è un ragazzo di cinquemila anni che sa guardare il mondo con occhio intelligente e moderno.
ANTONELLO GRIMALDI. Nanni Moretti, Valeria Golino, Alessandro Gassman, Isabella Ferrari, Silvio Orlando. E ancora: Lino Capolicchio, Angela Molino, Silvio Muccino, Margherita Buy. E ancora: Claudio Bisio, Giovanna Mezzogiorno, Arnoldo Foà, Isa Barzizza, Valerio Mastandrea. E ancora: Asia Argento, Alessandro Haber, Carlo Croccolo, Sergio Rubini, Luca Barbareschi, Gianmarco Tognazzi, Giulio Scarpati. E ancora: Francesca Neri, Federica Mastroianni, Monica Bellucci…..Non è l’elenco del telefono di Cinecittà. E’ la lista – e neppure completa – degli attori che hanno lavorato ai suoi ordini nei film che ha firmato come regista, da “Nulla ci può fermare” del 1995 a “Il cielo è sempre più blu”, da “Asini” a “Un delitto impossibile” (ambientato a Sassari, dal romanzo “Procedura” di Salvatore Mannuzzu) fino a “Caos calmo”, con Nanni Moretti come protagonista, e all’ultima serie di “Distretto di polizia”. Profondamente cosmopolita ma anche sassarese in chiave, ha conquistato il mondo della celluloide con la sua fresca ispirazione e una solida preparazione professionale.
SALVATORE MANNUZZU. Magistrato, politico, scrittore. Nato in Toscana ma profondamente sassarese, è considerato a ragione il più importante scrittore vivente della Sardegna e una delle figure più rilevanti della narrativa italiana, soprattutto per lo stile, la scrittura e l’ispirazione di altissima qualità letteraria. Dal bellissimo romanzo d’esordio “Un dodge a fari spenti” (pubblicato sotto il falso nome di Giuseppe Zuri) le sue opere “Procedura”, “Un morso di formica”, “La figlia perduta”, “Le ceneri del Montiferru”, “Il terzo suono”, “Corpus”, “Il catalogo”, “Alice” si sono rivelate un crescendo di successi che gli hanno valso il premio Viareggio, il premio Giuseppe Dessì, il premio Settembrini, il premio Grinzane Cavour e unanimi riconoscimenti di critica e di pubblico. Nella sua scrittura la Sardegna è sempre presente nello sfondo, con discrezione ma con tutta la forza delle sue evocazioni.
CATERINA MURINO. Da Cagliari ad Hollywood, dal Poetto alle braccia di 007. Dopo la scuola di recitazione e una breve apparizione televisiva nel programma “Passaparola” di Gerry Scotti, è stato in Francia che ha ricevuto la prima consacrazione come attrice di talento. Dal 2000 è presente con il suo intenso temperamento mediterraneo sulle scene teatrali (“Dieci piccoli indiani”, “Così è se vi pare”, “Riccardo III”), nelle fiction televisive (la ricordiamo in particolare in alcune puntate di “Don Matteo”, di “Orgoglio” e de “Il giovane Casanova”) e naturalmente nei set cinematografici. Ha al suo attivo diversi film, da “NoWhere” del cileno Luìs Sepùlveda a “Eleonora d’Arborea” fino a quest’ultimo “Casinò Royale” a fianco di James Bond. Dalla Sardegna con amore, si potrebbe dire. Reduce da Venezia, dove ha ricevuto un prestigioso premio come miglior attrice italiana in un cast internazionale,
ETTORE FRANCESCO SEQUI. Nato a Ghilarza, si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Cagliari. Agli inizi del 1985 ha intrapreso la carriera diplomatica, che ha percorso con successo fino ad arrivare a ricoprire l’attuale carica di ambasciatore italiano in Afghanistan. E’ stato consigliere di gabinetto di vari ministri degli Esteri, consigliere d’ambasciata a Tirana, segretario della Rappresentanza italiana presso l’ONU a New York, console a Teheran ed infine ambasciatore a Kabul. In aprile di quest’anno è stato promosso al grado di ministro plenipotenziario. Di lui si sente parlare per gli interventi che effettua in occasione di sequestri o di analoghe vicissitudini di cui siano protagonisti cittadini italiani operanti in Afghanistan. Ma noi sappiamo che la grande stima di cui gode nell’ambiente internazionale è dovuta soprattutto alla efficace azione che svolge quotidianamente in uno degli scenari politici più delicati e difficili del mondo.
BARBARA SERRA. Hanno scritto che quando in tv c’è lei, nessuno cambia canale. E’ più forte dello zapping perché è riuscita, in pochi anni, ad imporsi come uno dei volti più popolari e più amati del piccolo schermo in Inghilterra. Una carriera brillante in BBC, Five e Sky – i maggiori network britannici – e poi l’approdo ad Al Jazeera, il canale più importante del Mondo Arabo. Profondamente legata alla Sardegna, nonostante le lunghe permanenze a Milano, in Danimarca e poi in Inghilterra, vive nell’anima le origini sarde e quelle siciliane (da parte di madre) in una fusione perfetta di sensazioni, di ricordi e di simpatia davvero particolari. Professionalità e passione, insieme ad un accattivante sorriso, sono le doti della prima e unica giornalista non di madrelingua inglese chiamata a condurre i telegiornali più importanti del Regno Unito.
GIANFRANCESCO SIAZZU. Transitato nell’Arma dei carabinieri dopo l’Accademia Militare di Modena e la Scuola d’Applicazione di Torino, ha percorso nella Benemerita una solida carriera che lo ha portato a ricoprire gli incarichi più delicati e prestigiosi, da Capo dell’Ufficio Addestramento della Scuola Ufficiali a Direttore del Centro di Psicologia Applicata; da Comandante della Regione Carabinieri Sardegna (dal 1996 al 1998), a Direttore della Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia. Dal luglio dell’anno scorso è il Comandante Generale dell’Arma: il carabiniere più importante d’Italia. Profondo conoscitore degli ambienti internazionali, ma nei secoli fedele alla sua sardità.